Un film silente, forse una favola, una donna senza nome
circondata dalle forme dei suoi pensieri (i cani), impercettibili,
indecifrabili, sospesi in un’esistenza forse folle, forse magica, povera e
forte, dentro una jungla truccata da capitale mondiale (Buenos Aires), simile al
“prima” di un Eden blasfemo e palindromo dal quale l’uomo (anzi, la donna:
Veronica Llinàs), abbia scacciato dio.
Punteggiato, non prima che siano trascorsi
venti minuti buoni di apnea, da spunti musicali di notevole pregio ed effetto quasi
tutti in ritmo dispari (è un’altra donna a firmarli: Juana Molina), è il secondo film in concorso alla 51 Mostra
del Cinema in corso di svolgimento a Pesaro.
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