Questo piccolo blog nasce dalla pioggia, così come ogni cosa
che sia oggi conosciuta e presente. Da un uragano, nella fattispecie:
fragoroso, imprevedibile, violento, non cercato, non voluto, ma neanche subìto,
acqua... Questo blog ha una madre: è stato nella Terra prima di dividersi in
due, è nato gridando, morendosi con dolore, pesante dei suoi pochi grammi
lanciati verso il cielo. Non ha un padre, invece. E questa è la sua primaria
asimmetria.
Questo piccolo blog ha e non ha, non chiede e si chiede,
riposa a fatica, guarda con gli occhi chiusi e vede, non vede, ragiona senza
pensare, capisce senza ragione, a tratti nuota nell’erba come dentro
un’illusione profetica e un po’ bugiarda. E fa tutto questo non curandosi della
misura, senza cercare equilibri, armonie, riflessi fedeli, pesi o contrappesi.
E’ ingenuo, primitivo, timido, fragile e quasi immobile come il germoglio
sgraziato del fagiolo.
Questo piccolo spazio non ha molta cultura, non è cultura. Non
è argomenti, non serve, non insegna: solo respira. Questo piccolo spazio ha
quel che gli serve: cercare. Non ha quel che gli basta: cercare ancora, per
questo è qui. Ama qualcosa (il cinema, per esempio, quel che può di poesia, forse
la musica, gli altri animali), ama di più se può, ama-non-ama a seconda di non
sa bene cosa, che non è poi così diverso il non amare dall’amare, se anche
questo viene dal cuore. E sempre che le due cose non siano in simmetria, perché
ogni simmetria blocca il processo dinamico, ferma il movimento, arresta
l’energia, termina, completa.
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