Quando niente si muove. E invece
dentro è tutto un rimestare, ribollire, sfiati, spruzzi, un magma agitato e
inquieto. Quando il segreto non compare, che poi lo scordi quasi, lo confondi,
lo perdi, sentendolo gemere, affogato, che sta fluendo via nella corrente delle
cose inutili e pesanti, nei rivoli carsici dei ritmi sonno/veglia che nemmeno
ti ricordi perché ti svegli, a cosa, o di che cosa ti devi riposare, sebbene
esausto, morto di fatica, a ungere di balsami i rossori delle
sinapsi scorticate che già la lava ha eroso. Quando il riposo atterra nella mattina pigra, e
il tuo segreto dorme ancora, dove, tu non sai, e già la lingua ustionata dal
primo caffè bruciante è subito promessa di un rimandare, dell’eruzione muta che
ancora deve attendere, sospesa.
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