Decolorata, concretamente rarefatta, nobile d’animo, d’aspetto e di movenze, non me ne voglia l’ottimo suo primordiale comprimario Adam (Tom Hiddleston), la Swinton, con le sue danze laico/concentriche degne della miglior sacerdotessa Sufi/rock, ruba tutta la scena possibile ed immaginabile con un’eleganza ed una classe che arricchisce questo “Only Lovers Left Alive” di un valore aggiunto inestimabile.
Ruba quel tanto di rubabile anche alla deliziosa Mia Wasikowska, che si riconferma talento emergente (emerso? Direi proprio di sì), preziosissima nel ruolo della sorellina terribile, sebbene relegata (purtroppo) nella fase del film meno convincente, poco organica con tutto il resto.
Jarmusch vuole farci discendere tutti dai vampiri: io ci sto. E non solo perché è chiaro che lo status di zombies al quale è ridotto il genere umano del ventunesimo secolo e da considerarsi degenerazione dello splendore dei suoi progenitori (fossero davvero anche solo le scimmie, il discorso non cambierebbe...), ma anche perché, rifacendosi a ciò che è prettamente cinema, lo fa senza risparmiarsi né sprecarsi (esattamente ciò che fanno i suoi ottimi vampiri), costruendo un film di un filone diventato negli ultimi tempi fin troppo ambiguo (dalle boriose saghe di Twilight alle porcherie indicibili dei “Dracula” made-in-Argento) con le tecniche a lui più congeniali e collaudate: si ritrovano, in questo film, l’atmosfera musicale rarefatta ed in odor di morte di “Dead Man”, l’ispirato slow-mo danzante di Ghost Dog... insomma: tutto il miglior vecchio Jarmusch che si possa desiderare.
Ruba quel tanto di rubabile anche alla deliziosa Mia Wasikowska, che si riconferma talento emergente (emerso? Direi proprio di sì), preziosissima nel ruolo della sorellina terribile, sebbene relegata (purtroppo) nella fase del film meno convincente, poco organica con tutto il resto.
Jarmusch vuole farci discendere tutti dai vampiri: io ci sto. E non solo perché è chiaro che lo status di zombies al quale è ridotto il genere umano del ventunesimo secolo e da considerarsi degenerazione dello splendore dei suoi progenitori (fossero davvero anche solo le scimmie, il discorso non cambierebbe...), ma anche perché, rifacendosi a ciò che è prettamente cinema, lo fa senza risparmiarsi né sprecarsi (esattamente ciò che fanno i suoi ottimi vampiri), costruendo un film di un filone diventato negli ultimi tempi fin troppo ambiguo (dalle boriose saghe di Twilight alle porcherie indicibili dei “Dracula” made-in-Argento) con le tecniche a lui più congeniali e collaudate: si ritrovano, in questo film, l’atmosfera musicale rarefatta ed in odor di morte di “Dead Man”, l’ispirato slow-mo danzante di Ghost Dog... insomma: tutto il miglior vecchio Jarmusch che si possa desiderare.
PS = (jumpin’) chi lo guarda in italiano un Dario Argento è!
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