Diversi a Diversi

Dagli sciagurati studi tecnici commerciali, ai quali un destino cinico e baro mi costrinse a dedicarmi in tempi ormai lontani, sprecando cinque tra i migliori anni della mia (foss’anche lunghissima) esistenza (detto per inciso, e a proposito: alla notizia della scomparsa di una delle  professoresse di allora, smisi volutamente di credere in un qualsiasi “aldilà” post-mortem, nella Beata Speranza di essermene liberato davvero per sempre), ho imparato che la scrittura “diversi a diversi” è sempre la prima  (poi sarà anche l’ultima) di ogni Libro Giornale, detto anche “Giornal Mastro”. Per i non addetti ai lavori: il Bravo Ragioniere che effettua le registrazioni contabili delle operazioni di una qualsiasi ditta, ad ogni inizio anno (dicasi: “inizio esercizio”, cioè il primo gennaio), col suo bravo pennino d’oca, una volta aperto il pesante librone contabile, la prima cosa che scriverà sarà sempre (ineluttabilmente, preciso come e più di una fase lunare e puntuale come un orologio atomico): “diversi a diversi”. Dagli stessi studi appresi anche, allora senza avere ancora la piena coscienza dell’estremo disgusto che questa logica necessità mi stava procurando, che ogni scrittura sul Libro Giornale, dalla più semplice (“cassa a banche ns c/c”) alla più complessa (come appunto: “diversi a diversi”), deve necessariamente prefigurare, rincorrere, perseguire, idolatrare, legalmente e matematicamente dimostrare, un infallibile, inconfutabile, sacrosantamente veritiero pareggio. Del cacchio.
Sorvolo sullo strazio adolescenziale che mi procurava poi ogni  singolo mastrino che non riuscivo a far quadrare (lo faccio per pietà soprattutto verso me stesso più che verso chi stia leggendo queste righe), ogni partita di bilancio che alla fine non desse risultato pari a “zero” (inteso come “pari”, e che dio benedica le matite, che si poteva almeno cancellare qualcosa e sperare in un miracolo prima del suono della campanella...), il che avrebbe fatto corrispondere, oltre che un’ipotetica sanzione amministrativa per “falso in bilancio” comminata all’ipotetica ditta della quale si registravano ipoteticamente i movimenti contabili, l’Ira Funesta e il Furor Sacro della  professoressa oggi de cuius, vergati e trascritti entrambi con la consueta, naturale mala grazia sul registro della medesima sotto forma di ben poco edificante voto.
Si capirà quindi con quale desiderio di riscatto, ma anche con quanta gioia e con quale senso di rivincita liberatoria viene oggi aperta, in questo piccolo blog asimmetrico per definizione, questa sezione denominata “diversi a diversi”, ove nulla sarà mai pari, dove finalmente la parola “diversi”, che qualche sciagurato voleva farmi credere significare soltanto “molteplici”, tornerà finalmente a voler dire semplicemente “diversi”, cioè “non uguali”, e finalmente ogni necessità di far quadrare i conti, spiegarli, bilanciarli, riscontrarli con altri conti da riscontrare a loro volta, sarà per sempre svanita, con buona pace (anzi, speriamo di no) dell’amata prof.
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Seguiranno eventualmente (sbilanciati) aggiornamenti.
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