giovedì 25 settembre 2014

Daniza

L'11 Settembre scorso, A.D. 2014, fatto di cronaca ancora fresco, ma che con l'andar del tempo puzzerà anche lui come fa il pesce dopo tre giorni, l'orsa Daniza, catturata in Trentino un mese avanti a causa del suo comportamente ritenuto essere diventato non sufficientemente sicuro per la popolazione, utilizzando a-tal-uòpo un iniezione anestetica, è morta poprio a causa delle conseguenze dell'anestetico.
Col dovuto rispetto per la popolazione del Trentino (contro la quale si è scatenata l'opione pubblica ingiustamente, essendo stata proprio la comunità trentina ad essersi pre/occupata di ripopolare l'area di orsi), senza nulla di personale nei confronti di nessuno, quanto piuttosto nei confronti del genere umano tutto, a me notoriamente niente affatto simpatico, mi sono voltuo inventare la scena della sua cattura. Pura fiction, falsa e probabile come tutte le fiction-s. Eccola:
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- Là, Tony! Un orso!
- Visto, Tony! Sta’ pronto!
- Dici che sia lei, Tony?
- Chi cazzo vuoi che sia, Tony? Siamo mica a Disneyland. Certo che è lei. Dai, il fucile...
- Quanto sonnifero ci hai messo?
- Molto, Tony, meglio non rischiare: quella troia non scherza.
- E’ coi suoi piccoli, Tony…
- Già, non li hanno ancora inventati gli asili nido questi bestioni. Ehehe!
- Che facciamo, Tony?
- Cazzo vorresti fare, Tony?! S’è preso quaranta punti di sutura, quello là, che stava solo andando a funghi, poveretto.
- Magari, però, se gli fosse piaciuto anche il sugo di piselli…
- Non dire scemenze Tony! E fai piano, se no ci sgàma, quella… Dai, prendi bene la mira.
- Tony?
- Che c’è, ancora?
- Tu credi che esista un dio degli orsi?
- Che minchiate ti vai inventando Tony? Chi cazzo è questo dio degli orsi?
- Quello che ha creato gli orsi a sua immagine e somiglianza.
- E che ne so, io, di queste stronzate?!? Io qua c’ho un ordinanza che mi dice che devo catturare quella bestia, mica una lettera di San Paolo Apostolo. Dai, preparati.
- E se l’ammazziamo, Tony, con tutto ‘sto sonnifero?
- E se l’ammazziamo, l’ammazziamo, chi se ne frega! Mica possiamo continuare a mandare la gente a funghi con quell’orsa in giro.
- Ma non è casa anche sua, questo posto?
-  Senti, Tony, mi stai facendo girare i coglioni con queste storie. Cazzo ti è preso? Vuoi deciderti a sparare, si o no? Tu spari, lei si addormenta, la prendiamo su, la portiamo dove la dobbiamo portare e ci fanno una bella foto, a tutti e tre. Diventiamo famosi.
- Non so Tony… mi fanno pena quei cuccioli.
- Ma che ti frega dei cuccioli?? Quelli li prendiamo su anche solo con le gabbie, mica dobbiamo sparare pure a quelli. Per quanto, se dipendesse da me…
- Ma resteranno soli al mondo.
- E capirai, fossero i primi a restare soli al mondo… Ma non ci pensi a Tony? Quello che gli è saltata addosso, quella bastarda laggiù…
- Non l’ha fatto per cattiveria.
- Ah no? E tu che ne sai? Per me, con quella faccia lì, quella è più cattiva di Bin Laden.
- Che gliene fregava a lei di Tony, Tony? Lei ha avuto solo paura per i suoi cuccioli.
- Senti, Tony… Io non lo so cosa ti è preso, però so che non possiamo stare qui tutto il giorno a raccontarci le storie. Ora tu mi fai il santo favore di star calmo, prendere un bel respiro, una bella mira, e tirare questa fottuta siringa nel culo di quell’orsa, va bene?!
- E poi, Tony?
- E poi ti invito a pranzo a casa mia, contento?
- Che ha preparato di buono, tua moglie?
- Polenta. Col capriolo.


martedì 9 settembre 2014

Piccoli Morti Crescono (The Fault in Our Stars)

   Piccoli Morti Crescono... A cosa e a chi sarà servito questo piagnucoloso polpettone americano è presto detto: a niente e a nessuno. Passerà via come una finale di “Amici” dalla De Filippi, e nessun piccolo moribondo contemporaneo, americano o altro che sia, ne trarrà alcun insegnamento, perché non potrà rimanergli impresso nulla, nulla che non possa essere presto confuso e smarrito dentro qualcos’altro, un’estemporanea performance di hip-hop, magari, o una cover di Madonna strangolata agonisticamente tra gli strillanti lustrini degli “Studio’s”.
   Malattia, sofferenza, vita, amore, morte... tutta roba seria, tutto scritto piuttosto bene, anche accuratamente nei diversi dettagli e nei molteplici risvolti (vedi, ad esempio, figure dei genitori), ma tutto sceneggiato in maniera disgustosa. E la componente dei dialoghi che pure meriterebbe di essere salvata, affoga in un marasma di banalità visive crudeli più della morte stessa, ad onta di due giovani volonterosi ed inefficaci come Shailene Woodley e Ansel Elgort cui è deputato il compito di inscenarla (per non dire dei tutt’altro che irresistibili camei della sempre dinoccolata Laura Dern e del sorprendentemente (in)colpevole Wiilelm Defoe nel ruolo di un Van Helsing al contrario, che si fa seccare dal vampiro...). 

   Probabilmente (me lo auguro...) l’opera letteraria da cui questo “The Fault In Our Stars” è tratto ha un taglio diverso rispetto a questo noiosissimo piagnisteo diretto da Josh Boone. Nel dubbio e nell’ignoranza, lasciatemi consigliare un efficace antidoto per questo bocconcino avvelenato che avete appena visto (o che, vi auguro, non vedrete mai): Gus per Gus (Gus è il nome del protagonista maschile di questo film), suggerisco la (re)visione di “Restless” (“L’Amore che Resta” in italiano), un film del 2011 di Gus Van Sant (ma guarda tu... la locandina... sembrano uguali...)
   
   Piccoli Morti Amen.

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lunedì 1 settembre 2014

Lettera ad un cane.

Ecco come risponderei a questa lettera ritrovata su facebook grazie alla condivisione di un amico:


     Caro amico a 4 zampe,
     rispondo rivolgendomi direttamente a te, anche se so benissimo che non puoi essere stato tu a scrivere quella lettera: conosco troppo bene la retorica umana, piagnucolante ed ipocrita, per non accorgermi che può essere stato solo un essere umano come me a metterti in bocca quelle parole.  Tuttavia sono certo che saprò esprimermi meglio avendo te come interlocutore, e non mi sarà difficile visto l’affetto che mi sforzo di nutrire (non so con quanto successo) per la tua razza e per gli altri amici animali.
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