martedì 22 settembre 2015

La Volpe - Ivano Fossati

Passando attraverso una serie di figure preposte ad attivarne l’attenzione e poi a tentare di confonderne la coscienza (il cane che ritorna, la luna fra le piante, l’amico che è venuto), l’io narrante (anzi: cantante) di questo splendido brano di Ivano Fossati è destinato all’incontro con quell’attimo cruciale presente prima o poi nella vita di (quasi) ognuno di noi quando, come la volpe sorpresa dall’arrivo dell’inverno si capisce improvvisamente vulnerabile ed incapace di sopravvivere senza prima prepararsi una tana sicura, così l’uomo dovrà presto o tardi, e col passare delle stagioni (con quel “sarà” dell’ultima strofa che perde il punto di domanda, diventando affermativo),  rendersi conto di non poter più bastare da solo a sé stesso, di dover abbandonare la baldanza della propria illusoria autosufficienza, accogliendo con riconoscenza l’amore dell’altro che ha finalmente trovato la strada, univo vero rifugio salvifico dove potersi adagiare con fiducia e confortevole serenità, e trovando infine quella necessaria completezza di sé percepita come imprescindibile. La struggente versione live del brano è altamente consigliata. 


                       - La Volpe -

Che sarà quell'ombra in fondo al viale di casa mia
Che sarà quell'ombra in fondo al viale di casa mia
Sarà il cane che ritorna, ma il cane non è
Sarà il cane che ritorna, ma il cane non è

Che sarà quell'ombra in fondo al viale di casa mia
Che sarà quell'ombra in fondo al viale di casa mia
Sarà la luna fra le piante “malaluna”
Sarà la luna fra le piante “malaluna”
Sarà la luna fra le piante, ma la luna non è
Sarà la luna fra le piante, ma la luna non è

Che sarà quell'ombra sulla strada di casa mia
Che sarà quell'ombra sulla strada di casa mia
Sarà un amico che ha allungato la strada sarà
Sarà un amico che ha allungato la strada sarà
Sarà un amico che è arrivato, ma un amico non è
Sarà un amico che è arrivato, ma un amico non è

Che sarà quell'ombra sulla strada
Che sarà quell'ombra sulla strada
Sarà la volpe quando viene l'inverno sarà
Sarà la volpe quando viene l'inverno sarà
Sarà la volpe quando viene, ma la volpe non è
Sarà la volpe quando viene, ma la volpe non è

Sarà il mio amore che ha trovato la strada
Sarà il mio amore che ha trovato la strada
Come la volpe quando viene l'inverno sarà
Come la volpe quando viene l'inverno
Sarà.




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giovedì 17 settembre 2015

Contro-Metamorfosi

   Adesso bisogna che metta via quelle sigarette: il cuore ha ben altro da fare stamattina che non sia pompare l’ossigeno rarefatto.
Non mi succede mai che abbia paura a scendere dal letto: di solito, quando mi aspettano giorni con prove difficili, così come quando so che mi aspetta una giornata ricca e serena, scrollati rapidamente via i primi immancabili capricci dell’età delle mie ossa, salto veloce sopra le mie ciabatte e parto spedito verso il primo carezzevole caffè, sia quel che sia. 

   Oggi non è né l’uno, né l’altra. E’ solo che stamattina non c’ero io nel mio letto… Dopo una notte quasi insonne, dove ho potuto vegliare, sudando mille e un pensiero, e i miei occhi aperti nel buio hanno visto spuntare dal mio corpo in tempo reale ogni zampetta,  ogni antenna, hanno visto “il ventre diventare convesso, bruniccio, spartito da solchi arcuati”, la paura mi ha tenuto su un fianco, poi sull’altro, poi sulla schiena per quasi mezz’ora.
   
   Alla fine sono sceso, finalmente, atterrando sulle mie ciabatte; e la paura, anche se non svanita, è diventata sopportabile, quasi un’amica, perché al contrario di quanto accaduto al povero Gregor Samsa scritto da Kafka, il mostro che ho visto allo specchio dopo aver preso il primo caffè è bello, è davvero molto bello.
E adesso… fumo.

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sabato 5 settembre 2015

Chiedi

Chiedimelo con gli occhi,
le mani
col taglio del passo che scarta, improvviso,
verso destra.
Chiedi muovendo il bicchiere,
la piccola cianfrusaglia,
spostando
il tappo – incosciente –
di bottiglia che ci separa.
Chiedimelo col buio,
ma domani.
Chiedimelo col suono che arrivi
non tuo
per ridestarmi.
Chiedimelo disarmata, disadorna, nuda.
Hai tanti di quei capelli...
Quella domanda
sciocca e difficile,
- un gesto –
fammela
scostandoti i capelli.


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giovedì 3 settembre 2015

Il Silenzio

Io accarezzo il silenzio.
Il silenzio -
che mi spedisci –
tu.
La prontezza
della tua assenza
la assaporo -
la mancanza -
qui
nel pieno del petto
vuoto,
la sorseggio
come un vino difficile,
te la dono
come una mano grande
aperta
sotto la pioggia.

                        (Chandra Livia Candiani)
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