domenica 12 giugno 2016

De Vrais Mensonges - Perre Salvadori (Francia 2010)

   Tanto di cappello a questa sceneggiatura scritta a quattro mani da  Benoît Graffin e dallo stesso regista di origini tunisine Pierre Salvadori: “commedia dell’equivoco” non è sempre sinonimo di “divertente”, a parte il fatto che sapersi inventare gli equivoci non è cosa poi tanto facile. Ma in questo caso i due autori hanno saputo inanellare la serie di “Alcune Verissime Bugie” (meglio il titolo francese anziché quello internazionale  inglese) con una finezza intelligente e garbata che ha saputo andare al di là della semplice sequela degli equivoci, cospargendo un’abbondanza di piccoli dettagli per nulla irrilevanti e assolutamente  significativi per tutta la durata  del film, durata perfettamente calibrata nell’ora e tre quarti (penso ad esempio al dettaglio del foulard verde scampato per un attimo al destino della spazzatura, o alla  firma di “sentimenti anonimi” ripescata identica all’inizio nell’ultima bugia epistolare). 

   Salvadori ha inoltre saputo/potuto abilmente appoggiarsi ad un terzetto di protagonisti davvero encomiabili: Audrey Tatou (un viso che è un piccolo patrimonio del cinema), Emilie, sciocca pasticciona senza scrupoli che pure non riesce a tagliare i fili che la legano alla sua buffa innocenza; Nathalie Baye (Maddy), madre complicata e divinamente semplice nei molteplici cambi di registro che la sceneggiatura le richiede di operare (e anche qui si nasconde sapientemente una bugia...), Sami Bouajila (Jean), orgoglioso eroe  della vicenda, timido e in crisi, pronto a mettersi in discussione ogni volta (indimenticabile la sua cazziata in cinese nel salone di parrucchieria con non meglio spiegate interlocutrici asiatiche) e a rimodellarsi così come l’amore che lo sospinge gli chiede di fare.

   Certo, come ogni buona commedia degli equivoci richiede, qua e là la sceneggiatura ha bisogno di ricorrere a piccole incongruenze (tipo le suddette cinesi in parrucchieria), ma in un film come questo, dove ogni bugia è assolutamente veritiera, anche le incongruenze finiscono per passare inosservate. D’altra parte,  questo è proprio uno degli ingredienti principali  per cui, iniziando ad impastare una  “normale commedia degli equivoci” come  “De Vrais Mensonges”, possa essere alla fine sfornato un film davvero divertente.
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