martedì 12 aprile 2016

Bailarin Compadrito - Miguel Bucino, 1929

BAILARIN COMPADRITO –

Un vecchio classico del 1929 , testo e musica scritto da Miguel Bucino, dedicato a un ballerino che, iniziata la sua carriera nelle povere periferie di Buenos Aires, grazie al suo talento e alla sua ostinazione di vanitoso ragazzetto un po’ smargiasso, arriva a diventare un Maestro di tango ricco e famoso.

Anche quando non racconta di passioni amorose, la musica del tango è sempre struggente, evocativa, e sa riempire l’animo di chi la ascolta in pochissimi minuti e con pochissimi versi, forse proprio grazie alla sua magica capacità di sintesi, di un’emozione grandissima anche per le piccole cose della vita, quelle semplici, comuni, come l’amore, appunto. O del passare inesorabile del tempo, quando un vecchio e ricco signore di successo si guarda dentro lo specchio sfarzoso di un cabaret, e non può non  rimpiangere, intanto che sente risuonare una “Cumparsita”, quel birbantello squattrinato e ambizioso che era stato un tempo.

Libera traduzione, scevra da intenzioni letterarie. Incluso link audiovideo youtubbuto, non particolarmente pregevole dal punto di vista musicale/canoro, ma originale e dal vivo, e se non altro ricco di buona volontà coreografica e con due bravi ballerini sul palco.

Vestito come un dandy, capelli impomatati
e insieme a una ragazza carina più d’un fiore,
mentre balli in milonga ti dai  un sacco d’arie,
e ti esibisci facendo brillare la tua eleganza.

Qualcuno te l’aveva pur detto, vecchio birbante,
che un giorno saresti diventato il Re del Cabaret,
e che per insegnare i tuoi passi
avresti addirittura aperto un’Accademia.
E la Fortuna, che è Femmina, aiuta sempre i tenaci.

Ballerino sbruffone! che vanitoso muovevi i tuoi primi passi
in quella vecchia balera nella periferia del Barracas,
e ora, dopo aver rincorso  una nuova vita,
vieni a esibirti fino a Maipù!


Io lo so che quando senti suonare “La Cumparsita”
hai un tuffo al cuore, ricordandoti di come la ballavi
in maniche di camicia e senza un quattrino,
mentre ora lo stesso tango lo balli da gran signore.

Però daresti chissà cosa per poter ritornare
per un attimo quello sbruffoncello di un tempo,
perché certe volte la gloria è solo una seccatura,
e certe volte vedi solo un uomo vecchio e triste
dentro lo specchio del vecchio cabaret.
Vestido como un dandy, peinao a la gomina
y dueño de una mina más linda que una flor,
bailás en la milonga con aire de importancia,
luciendo tu elegancia y haciendo exhibición.

Cualquiera iba a decirte, che, reo de otros tiempos,
que un día llegarías a rey del cabaret,
que pa’ enseñar tu corte pondrías academia…
Al taura siempre premia la suerte que es mujer.


Bailarín compadrito,
que floriaste tu corte primero,
en el viejo bailongo orillero
de Barracas al sur.

Bailarín compadrito,
que quisiste probar otra vida,
y al lucir tu famosa corrida
te viniste al Maipú.

Araca, cuando a veces oís La Cumparsita
yo sé cómo palpita tu cuore al recordar
que un día lo bailaste de lengue y sin un mango
y ahora el mismo tango bailás hecho un bacán.

Pero algo vos darías por ser sólo un ratito
el mismo compadrito del tiempo que se fue,
pues cansa tanta gloria y un poco triste y viejo
te ves en el espejo del viejo cabaret.


















































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