giovedì 4 febbraio 2016

Estratti di Dora - 01

   Dora mi ama a graffi e morsi, come ho sempre fatto anch’io con i miei amori. Mi cerca, mi chiama, mi vuole per giocare. Non è del mangiare che chiede: chiede di me,  e quando io mi faccio dappresso, subito mi aggredisce. Io resisto, accetto, lascio che sia così. Continuo a volerle bene di più ogni giorno che passa,  forse perché vorrei che le mie mani perennemente arrossate e solcate dalle sue unghie servano a spiegare, e a spiegarmi, che  torto e colpa non sono la stessa cosa, che quel suo modo di amare, che è anche il mio, è sbagliato, ma non è illegittimo, e che ha pari dignità con gli tutti gli altri amori fatti di altre cose...

   Era già salita sul letto altre volte mentre io ero lì per il mio riposino del primo pomeriggio, sempre fermandosi nell’angolo in fondo. Oggi invece ha fatto qualche passo avanti,  mi ha dato i suoi occhi, pochi secondi, dilatando il cerchio nero dell’iride come se mi stesse invitando ad entrare. Si è accucciata di fianco a me, poco sopra il ginocchio, rincalzandomi la copertina, col suo peso indifferente,  all’altezza della coscia. Ma al mio risveglio, era già sparita.
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